Dal “CORRIERE di Romagna”,
domenica 2 dicembre 2018
Profughi veneti sfollati a Rimini durante la prima guerra mondiale. Ieri pomeriggio nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice è stata ricollocata la lapide che lasciarono come ricordo del loro esodo. La stele distrutta all’ inizio degli anni Sessanta, durante i lavori di ampliamento del tempio, è stata recuperata e ricollocata a cento anni dalla sua posa, per iniziativa del Rotary Club Rimini e con il consenso dei padri salesiani che dal 1919 hanno in affidamenti la chiesa.
Il marmo sigilla una pagina di storia riminese e nazionale molto dolorosa e sofferta che prende inizio con la disfatta di Caporetto, quando gli austroungarici sfondarono la le linee italiane lungo la valle del fiume Isonzo. Alla catastrofe militare, si aggiunse quella sociale e umanitaria. Una moltitudine di popolazione veneta calò come una valanga sul litorale romagnolo e occupò tutte le ville e le casette vuote lungo la litoranea da Cesenatico a Cattolica. Il lido di Rimini fu letteralmente invaso. A mettere ordine ai rapporti di convivenza tra residenti, proprietari delle abitazioni e profughi furono le autorità civili del comune di Venezia che si trasferirono a Rimini.
vedi articolo pubblicato sul Corriere Romagna il 2 dicembre 2018